di LAVORO INSUBORDINATO → Vedi anche «Il regime del salario» #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8 Il Jobs Act presenta delle anomalie che difficilmente riusciamo a comprendere in un mondo dove due più due fa quattro. Non appartiene a questo mondo, ma è parte di un universo parallelo in rotta di collisione con quello della classe lavoratrice. Nel mondo del Jobs Act …
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Il regime del salario 3. «Job sharing» e «baby-sitting voucher»: la conciliante precarietà
di LAVORO INSUBORDINATO → vedi anche Il regime del salario #1, #2, #4 La conciliazione tra tempi di vita e di lavoro per le donne è stato uno dei discorsi che hanno più esaltato il lato positivo della flessibilità come strumento indispensabile per garantire una realizzazione personale che non implichi semplicemente l’imitazione del modello maschile. Nei fatti, però, questo ha significato sempre …
continua a leggereMovimenti d’Europa. Problemi e opportunità del nuovo governo del lavoro
Dopo il caso di Silvia Guerra, l’artista e cittadina italiana da tempo residente a Bruxelles che è stata espulsa perché considerata un peso per il welfare belga, abbiamo iniziato a ripensare in che modo l’Europa sta riconfigurando i suoi confini e come la questione della mobilità si colloca in tale scenario. L’affaire Guerra, infatti, non è isolato, ma è uno …
continua a leggereMoltitudine, Mobilità, Mutualismo. Problemi e risposte della classe che non c’è
Sollecitati da alcuni compagni e compagne con i quali abbiamo condiviso negli ultimi anni percorsi di intervento con i precari e con i migranti, contribuiamo al dibattito di Communianet.org sull’utilità, l’attualità, la necessità del riferimento alla classe. Com’è evidente, si tratta di un intervento che cerca soprattutto di indagare il lessico con cui il movimento si è rapportato con un …
continua a leggereNavigando a vista. Migranti nella crisi
di DEVI SACCHETTO E FRANCESCA ALICE VIANELLO Dall’Introduzione a Navigando a Vista. Migranti nella crisi economica tra lavoro e disoccupazione, a cura di Devi Sacchetto e Francesca Alice Vianello, Milano, FrancoAngeli, 2013. I lavoratori migranti nella crisi economica A livello mondiale, la crisi economica corrente ha inciso profondamente sulle vite degli uomini e delle donne migranti. I lavoratori migranti sono, …
continua a leggereINPS: previdenti, ma non per noi
A cosa contribuiamo versando ogni mese una percentuale del nostro salario all’INPS? Molti di noi precari e precarie non vedranno mai la pensione, perciò non è al nostro futuro che stiamo contribuendo. Dall’INPS e dal Ministero del Lavoro le risposte sull’ammontare della pensione dei precari di oggi sono talmente vaghe da essere chiarissime: la pensione, nei rari casi in cui …
continua a leggereMinimo reddito ora, niente pensione dopo. Mai fidarsi del nonno!
Due belle notizie sono arrivate in questi ultimi giorni: la prima è che finalmente iniziano in Italia le prove tecniche di reddito di base (secondo i primi calcoli spetterebbero circa 10 euro l’anno per tutti e 3 milioni 194mila disoccupati! Ed è meglio evitare il calcolo per gli oltre 9 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà) …
continua a leggereGiovani fuori classe: un’opportunità da sfruttare
Una volta li chiamavano spiantati e talvolta perfino straccioni. Ma i tempi cambiano, di contesse in giro ce ne sono sempre meno e il linguaggio un po’ volgarotto in voga all’«industria di Aldo» è caduto in disuso. Oggi i padroni hanno imparato un acronimo very polite per definirli: NEET, Not in Employment, in Education or Training. Sono i giovani che …
continua a leggereL’Eurostatistica, ovvero la scienza dell’occupabilità
I Maya, si sa, erano ossessionati dal 2012. Se hanno tirato un sospiro di sollievo per l’apocalisse mancata, gli europei hanno però sviluppato un’ossessione alternativa: il 2020. Nel 2020 ci saranno più laureati, meno inquinamento, più investimenti per la ricerca e perfino gli italiani impareranno l’inglese. Così, mentre la crisi ci saluta con un ammiccante arrivederci, risparmiando lavoro e al …
continua a leggereGuida per gli occupabili del nuovo millennio
Dubitiamo che i molti aspiranti lavoratori di questo paese inaugurino la settimana acquistando il Sole24ore. Siamo piuttosto certi, però, che quelli che lunedì mattina (per ragioni sulle quali tutt’ora si interrogano) hanno comprato il giornale di Confindustria a questo punto dovrebbero sentirsi rodere dai sensi di colpa o da un sentimento di profonda inadeguatezza: se sono disoccupati è solo colpa …
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