Il programma di riforme del Governo Renzi, eseguite sotto dettatura della Commissione europea, prosegue la sua azione a colpi di fiducia, la quarantesima in sedici mesi è arrivata in Senato, sul maxiemendamento riguardante la scuola. Come era avvenuto per il Jobs Act, Renzi si è imposto, con arroganza e autoritarismo, ottenendo la fiducia sul Ddl e sulle nove deleghe che sconvolgono totalmente la scuola pubblica.
Scioperi, blocchi e manifestazioni nel mondo della formazione continueranno nelle prossime settimane e mesi, al pari di quelle contro la riforma del mercato del lavoro, nonostante l’immagine distorta degli effetti del Jobs Act che i media e il Governo stanno provando a delineare. Non siamo di fronte a una nuova “primavera occupazionale” né, tanto meno, a una “universalizzazione delle tutele”. Nonostante la propaganda e le mistificazioni di Renzi e Poletti, i dati reali ci consegnano una povertà in dilagante aumento, una precarietà diffusa e una disoccupazione giovanile drammatica, mentre gli ammortizzatori sociali rimangono iniqui ed insufficienti. In questo contesto, il Presidente del Consiglio ha con violenza respinto la proposta di introduzione di un reddito garantito, definendolo misura «incostituzionale» e «assistenzialista». Una misura – occorre ricordarlo – assente solo in Grecia e in Italia, che rappresenta per i movimenti sociali e per larghi strati dall’associazionismo di base un orizzonte di lotta irrinunciabile contro il ricatto della precarietà e della povertà.
Intanto, in questi giorni, prosegue l’azione implacabile della Troika nei confronti della Grecia, una forma di “guerra di classe” dall’alto verso il basso che colpisce non solo i greci, ma tutti i paesi europei, mentre il vertice europeo sulle migrazioni mostra la rilevanza strategica del governo della mobilità e la scala ormai compiutamente transnazionale dei processi di precarizzazione. L’alternativa tra dittatura del debito e della finanza e democrazia reale ormai è radicale, per questo crediamo che l’estensione transnazionale di forme di coalizione, di lotta e di sciopero oggi più che mai è necessaria.
A partire dalla “Coalizione per lo sciopero sociale” e dalle inedite forme di sindacalismo sociale sperimentate negli ultimi mesi a partire dalla mobilitazione del 14 novembre, sentiamo l’esigenza di confrontarci in una assemblea nazionale, per immaginare i nostri prossimi passi verso l’autunno. Vorremmo farlo, però, ripartendo dalla possibilità, dimostrata durante quest’anno, di costruire forme espansive e generalizzate di conflitto sui temi del salario minimo europeo, del reddito garantito, del welfare universale e del permesso di soggiorno minimo europeo di due anni.
Invitiamo tutte e tutti all’assemblea pubblica che si terrà il 5 luglio presso l’iFEST (Parco di Ponte Nomentano – Piazza Sempione, Roma), a partire dalle ore 12.00.