Pubblichiamo l’appello di lavoratrici e lavoratori precari e non, studenti e operai in sostegno alla manifestazione generale dei migranti di sabato 23 marzo a Bologna organizzata dal Coordinamento Migranti Bologna. Al grido di «ricominciamo a sognare!» le migranti e i migranti scenderanno in piazza per dire no alla legge Bossi-Fini e al razzismo istituzionale. La forza espressa dai migranti nelle lotte della logistica, dopo lo sciopero del settore previsto per il 22, si riverserà in piazza il 23 marzo. I giovani migranti (guarda il video del Lab. On the move) invaderanno le strade per dire che vogliono prendersi un futuro migliore, le donne migranti saranno nelle piazze perché non vogliono più essere rinchiuse nelle case e invisibili nei luoghi di lavoro. Una giornata di mobilitazione che non solo porterà a Bologna migranti e lavoratrici da molte città italiane, ma in cui si terranno manifestazioni anche a Amsterdam e Berlino per dire basta al regime europeo dei confini e al ricatto del permesso di soggiorno.
***
PRECARIE OPERAI MIGRANTI STUDENTI
IL 23 MARZO A BOLOGNA!
Il 23 marzo a Bologna ci sarà una manifestazione generale contro la legge Bossi-Fini, lanciata da un’assemblea di quasi trecento uomini e donne migranti.
Noi precarie, operai e studenti, ci saremo.
Abbiamo bisogno di condizioni di lavoro migliori, di più salario e più reddito. Abbiamo bisogno di un’università e una scuola aperte, che diano la possibilità di studiare senza essere ricattati dalla precarietà o dalla povertà. La possibilità di ottenerli non dipende però solo dal Parlamento e dai calcoli economici, ma da chi è più forte. Nella condizione di precarietà che ci accomuna lottare è infatti diventato più difficile, perché siamo frammentati e isolati e spesso non sappiamo neanche contro chi lottare. Sappiamo però chi subisce la precarietà, chi ci ha guadagnato e chi continua a guadagnarci. Anche se c’è la crisi non è vero che siamo tutti sulla stessa barca. Mentre noi siamo più poveri e precari, i padroni e i precarizzatori sono più ricchi e potenti. Per questo, non potremo avere la forza necessaria per cambiare la nostra condizione se non siamo uniti e non ci alleiamo contro quello che ci ha diviso e reso più deboli.
La legge Bossi-Fini e il razzismo istituzionale, dividendo i migranti da tutti gli altri, lo fanno da più di dieci anni. Ora che la crisi ci costringe tutti ad accettare qualsiasi condizione di lavoro pur di avere qualche soldo, che sempre meno persone possono permettersi di studiare, che ogni servizio viene tagliato e precarizzato, vediamo che chi ha raccolto i profitti del razzismo istituzionale sono stati solo i padroni. La legge Fornero, la riforma Gelmini, il progetto Profumo, la spending review, si aggiungono oggi alla Bossi-Fini e ne traggono forza.
Per colpa di questa legge e del permesso di soggiorno legato al lavoro, i migranti e le migranti sono stati i primi a conoscere la precarietà dovendo accettare le condizioni peggiori. Questa legge ricatta i migranti già nella scuola e poi nell’università per i pochi che possono andarci, impedendo ai figli di migranti di scegliere liberamente. Eppure i migranti e le migranti in questo momento stanno dimostrando che anche nella condizione più insopportabile si può lottare e cambiare la situazione. Come nel settore della logistica, dove i padroni si chiamano cooperative (e noi sappiamo bene che cosa vuol dire, perché lavoriamo negli asili, negli ospedali, nelle scuole, nelle mense), dove sono già molti i miglioramenti e il 22 marzo ci sarà uno sciopero. Come il 23 marzo.
Non accettiamo che con la scusa della crisi ci dicano sempre che non c’è scelta: con questa scusa, ci vogliono solo far tacere e dividerci ancora. Noi invece vogliamo scegliere, e cominciamo a farlo dicendo che stiamo dalla parte dei migranti e lottiamo con loro il 23 marzo. Contro la legge Bossi-Fini, contro chi ci vuole costringere al silenzio e decidere per noi, riempiamo Bologna.
Per adesioni: lav.insub@connessioniprecarie.org
Lucia Giordano (fotografa freelance); Ivan Severi (antropologo urbano freelance); Sara Farina (assistente sociale); Luca Padova (studente di Scienze politiche e lavoratore precario); Fabio Lenzo (studente, Scienze della formazione); Lorenzo Bobbià (studente, Agraria); RSU FIOM Ducati Motor Bologna; Orlando Maraviglia (delegato RSU FIOM Motori Minarelli, Calderara di Reno – BO); RSU FIOM Stabilimenti Bonfiglioli riduttori, Bologna; Alessio Pittarello (delegato RSU Ceva, Lippo di Calderara – BO); RSU Titan Crespellano (BO); RSU Cesab-Toyota, Bologna; Cristina Marelli (traduttrice precaria); Ornella Zaza (dottoranda); Alessia De Biase (docente e antropologa urbana); Lamia Bessaud (dottoranda); Federico Zappino (dottore di ricerca); Enrico De Donà (lavoratore assistenza informatica AUSL Bologna); Roberta Ferrari (dottoranda); Gianni Faccini (lavoratore assistenza informatica AUSL Bologna); Marco Faccioli (lavoratore assistenza informatica AUSL Bologna); Christian Di Giandomenico (lavoratore assistenza informatica AUSL Bologna); Estella Rondelli (lavoratrice assistenza informatica AUSL Bologna); Claudio Quinzi (lavoratore assistenza informatica AUSL Bologna); Francesca Massai (illustratrice e grafica); Cristina Venturi (addetta all’accoglienza precaria); Anna Romani (dottoranda, università di Macerata); Michela Spenippo (restauratrice); Michele Andrioli (lavoratore commercio); Nicoletta D’Ambrosio (redattrice); Isabella Consolati (dottoranda); Emanuele Visentin (educatore); Manuela Capece (studentessa e lavoratrice precaria); Francesco Mercuri (praticante per l’abilitazione forense); Marianna Parisotto (medico); Marta Brigida (medico); Marco Rovelli (insegnante e scrittore); Michele Cento (dottorando); Nicoletta Maldini (libraia); Giulia Nicchia (assegnista di ricerca); Marinella Villani (insegnante); Giorgio Grappi (precario della ricerca); Claudia Consolati (dottoranda); Tristano Scarpetta (giornalista); Daniele De Michele (artista, scrittore); Alessandra Prandin (studentessa e stagista); Alberto Badas (regista); Paola Rudan (assegnista di ricerca); Ivan Nasello (lavoratore assistenza informatica AUSL Bologna); Niccolò Gandolfi (fotografo); Alessandro Belloni (educatore precario); Vincenza Perilli (ricercatrice indipendente); Marco Paglione (ricercatore precario al CNR); Maria Antonietta Bandello (Medico, Parma); Matteo Battistini (assegnista di ricerca); Chiara Gregoris (educatrice precarie); Maria Vittoria Bucchi (libera professionista della precarietà); Luca Cobbe (ricercatore precario); Morena Sarro (educatrice precaria); Isabella Cesaria (precaria); Marcello Marano (insegnante precario); Maria Grazia Negrini; Massimo Quinzi (libraio); Giorgia Paiano (stagista all’estero); Laura De Ronzo (stagista all’estero); Annalisa Cannito; Alice Farneti (studentessa); Cinzia Covizzi (redattrice); Sara Gugliotta (studentessa e precaria); Irene Peano (assegnista di ricerca); Giada Oliva (lavoratrice in associazione Onlus); Oronzo Trio (agricoltore); Valeria Margheriti (cuoca); Stefano Visentin (ricercatore universitario); Oliviero Genovese (giornalista freelance); Luca Basso (ricercatore universitario); Chiara Marconi (educatrice precaria); Chiara Pozzi (assistente sociale); Elisa Nobler (lavoratrice precaria in servizio civile); Fabrizio Guerra (impiegato); Elisa Talami (impiegata amministrativa); RSA Fiom Magneti Marelli; Andrea Zanni (bibliotecario digitale); Salvatore Campilongo…