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Il terzo incontro dell’Assemblea Permanente contro la Guerra si è tenuto su zoom domenica 22 maggio. L’incontro ha visto la partecipazione complessiva di oltre 100 persone, provenienti da Germania, Ucraina, Russia, Grecia, Italia, Slovenia, Kirghizistan, Turchia, Francia, Bulgaria, Paesi Bassi, Australia, Regno Unito Stati Uniti e Repubblica Ceca. Questo terzo incontro conferma il ruolo dell’Assemblea Permanente come spazio politico in grado di riunire e coinvolgere persone nuove e nuove regioni. L’aver riunito questa eterogeneità di contesti e provenienze nello sforzo comune di costruzione di una politica transnazionale di pace è già qualcosa di prezioso in sé, e rende ancora più urgente continuare a portare avanti la sfida di questo processo. Questo non significa che la situazione sia eccellente: la guerra in Ucraina continua e le condizioni globali peggiorano. Abbiamo discusso delle importanti iniziative di solidarietà che sono in corso e della necessità di rafforzare le connessioni tra attivisti e attiviste, sindacalisti e sindacaliste, donne, lavoratori e lavoratrici, migranti. Tuttavia, la discussione ha reso evidente che non stiamo semplicemente fronteggiando una guerra locale, ma una terza guerra mondiale che sta creando un nuovo ordine globale. Diversi interventi hanno chiarito che cosa significa: i discorsi patriarcali, di estrema destra, nazionalisti e sciovinisti sono sempre più violenti e in crescita. L’aumento della militarizzazione dell’economia, delle politiche antioperaie, delle riforme neoliberali – incluso il nuovo codice del lavoro in Ucraina – e la crisi ambientale: tutte queste cose si stanno rafforzando in questo scenario. Ci sono più divisioni e gerarchie tra lavoratori e migranti, mentre gli Stati-nazione e il capitale vengono celebrati come l’unico orizzonte della nostra esistenza. Le idee di trasformazione sociale sono escluse e ostracizzate ora più che mai. Durante la discussione, è emersa una consapevolezza chiara e condivisa: abbiamo bisogno di un’iniziativa politica transnazionale contro la guerra, femminista e migrante, in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di una strategia di lungo periodo contro la guerra mentre continuiamo a mobilitarci e lottare quotidianamente.
Ma che cosa significa costruire una strategia di lungo periodo? Significa innanzitutto riconoscere che il punto non è come lottare contro questo o quel potere. La questione per noi è come lavoratori e lavoratrici, migranti, donne, persone Lgbtq+, movimenti autonomi, poveri e sfruttati, anticapitalisti, ambientalisti e sindacalisti possano diventare un potere. La questione è per noi come portare avanti un movimento nel quale persone che vivono in contesti e continenti differenti possano trovare la loro voce. Queste sono le radici di una politica transnazionale di pace. Costruire una strategia di lungo periodo e nel frattempo continuare a lottare quotidianamente significa anche riconoscere che giocare con il potere può essere pericoloso: i sogni di rivoluzione possono essere deludenti. Dobbiamo comprendere la realtà in cui viviamo. Ciò non significa rimanere in silenzio, aspettare tempi migliori o ritirarsi in zone sicure, comodi slogan o comode lotte. Al contrario, significa assumere l’obiettivo di portare una nuova forza in questo mondo, una forza transnazionale. Non abbiamo bisogno di un nuovo gruppo, ma di un nuovo discorso che possa essere riconosciuto, condiviso e usato per comunicare e costruire ulteriori connessioni. Un discorso che possa far passare l’idea che le cose possono essere trasformate e che saranno cambiate. L’Assemblea Permanente contro la guerra è uno spazio politico e una infrastruttura che può far crescere l’immaginazione politica e spingere in avanti questo processo.
Molti interventi hanno sottolineato la necessità di immaginare azioni pratiche per mettere in moto il processo. Il Primo Maggio, la chiamata a “strike the war” ha mostrato che un discorso transnazionale condiviso può aiutare a promuovere iniziative politiche locali. Ora dobbiamo andare oltre: il nostro compito non deve essere semplicemente quello di farci conoscere. Quello di cui abbiamo bisogno è una prospettiva strategica significativa che aiuti le persone a superare le difficoltà politiche. Qualcosa che rende possibile la comunicazione tra coloro che in Europa, in Russia, in Asia centrale e altrove sono intrappolati in uno scenario di guerra mondiale fatto dall’intreccio di gerarchie, nazionalismi e costrizioni economiche. Una prospettiva che possa essere assunta non solo dalle persone e dai gruppi che partecipano agli incontri dell’Assemblea Permanente contro la Guerra, ma da chiunque sia animato dall’urgenza di lottare contro questa situazione. Per citare il Feminist Antiwar Movement: “Dobbiamo imparare di nuovo a scioperare”. La questione è quindi come tradurre i discorsi in lotte che coinvolgano soggetti che si trovano ovunque ad affrontare le ingiustizie che questo scenario di guerra mondiale ha provocato, ma che sono frammentati e divisi dalle differenti condizioni della produzione e riproduzione sociale.
Come Assemblea Permanente contro la Guerra perseguiremo collettivamente questi obiettivi in questo modo:
- Scriveremo collettivamente un manifesto politico sulle sfide che pone una politica transnazionale di pace. Questo testo sarà pubblicato prima del 29 giugno, data d’inizio del summit NATO a Madrid, e mostrerà il nostro rifiuto di essere pedine passive costretta tra la ristrutturazione del Patto Atlantico, il regime di Putin e le ambizioni della Cina di Xi. Questo testo può essere un punto di riferimento per le proteste contro la guerra che si terranno durante il summit della NATO.
- Il prossimo incontro online si terrà il 3 Luglio per valutare gli sviluppi più recenti, continuare ad approfondire il nostro discorso comune e immaginare nuove azioni contro la guerra e per una politica transnazionale di pace.
- Parteciperemo all’incontro transnazionale organizzato a Sofia, Bulgaria, da LevFem e dal TSS, l’8-11 settembre, e contribuiremo attivamente alla sua organizzazione e a spingere ancor più avanti la discussione su una iniziativa politica transnazionale.
Chiunque sia interessato a prendere parte a questo processo può iscriversi alla mailing list No-to-War inviando un’e-mail a: tss-no-war-list-subscribe@lists.riseup.net.