giovedì , 21 Novembre 2024

Lottare dentro e contro la terza guerra mondiale. III Meeting dell’Assemblea permanente contro la guerra – 22 maggio 2022, ore 17.00 (CEST)

di PERMANENT ASSEMBLY AGAINST THE WAR 

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In una situazione di estrema frammentazione e di crisi generale provocata dalla violenza della guerra, il Primo Maggio l’Assemblea permanente contro la guerra ha chiesto di lanciare un chiaro segnale contro la guerra, l’oppressione e lo sfruttamento. Collettivi e attivisti di diversi Paesi, in collegamento con il Feminist Anti-War Movement in Russia, hanno deciso di rispondere all’appello ‘Strike the war’ e hanno manifestato la capacità transnazionale di superare i fronti di guerra e i confini delle nazioni, per stare dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, dei migranti, delle donne e delle persone Lgtbqia+ che stanno resistendo alla guerra e lottando per sopravvivere. Per dare seguito a questo importante momento di connessione transnazionale, chiamiamo un’altra assemblea contro la guerra il 22 maggio 2022.

Mentre l’aggressione militare dell’Ucraina continua, le prospettive di una tregua, per non parlare di un accordo di pace, stanno svanendo e sono attivamente escluse da coloro che sono interessati alla continuazione della guerra. Una cosa è ormai chiara: la guerra in Ucraina e dintorni fa parte di un conflitto mondiale e di un riallineamento globale di vasta portata. Il fatto che ciò avvenga mentre le armi nucleari proliferano dimostra che questo nuovo scontro tra potenze non conosce confini. È in fase di definizione un nuovo ordine internazionale e noi dobbiamo prepararci a costruire una risposta transnazionale: sono in gioco le nostre vite, le nostre condizioni di lavoro, le possibilità stesse di lottare per la giustizia sociale. Le élite globali immaginano un futuro in cui il benessere degli Stati e del capitale, perseguito sotto la minaccia delle armi, mette in ombra qualsiasi possibilità di trasformazione radicale e noi dobbiamo rifiutarci di rimanere testimoni passivi dello scontro tra la ristrutturazione del Patto Atlantico, il regime di Putin e le ambizioni della Cina di Xi.

Gli effetti della guerra mondiale non saranno gli stessi ovunque. Ci sono persone uccise e ferite. Ci sono persone che stanno subendo cambiamenti drammatici, come in Europa centro-orientale e in Asia centrale. Ci sono molte persone e migranti provenienti da zone di guerra per le quali la guerra non è una novità. Quello che è certo, però, è che attraverso la guerra le condizioni generali della produzione e della riproduzione vengono rimescolate e ristabilite a nostre spese.

I tagli al welfare continuano mentre i fondi pubblici vengono dirottati verso l’acquisto di armi; la produzione in molti Paesi sta entrando in modalità bellica e i lavoratori sono obbligati a contribuire mettendo da parte le loro rivendicazioni; l’aumento del costo dell’energia e della vita rende più poveri i salari e le rimesse; l’instabilità dell’approvvigionamento alimentare minaccia il sostentamento di milioni di persone. Le politiche industriali stanno abbandonando la conversione verde e seguono solo il mantra dei preparativi bellici. Pur essendo in prima linea nella resistenza alla guerra, le donne vengono vittimizzate o rappresentate solo come madri, sorelle e mogli di uomini ucraini che combattono, e quelle che hanno lasciato l’Ucraina sono già sfruttate come manodopera a basso costo. L’arrivo delle e dei rifugiati dall’Ucraina viene strumentalizzato ovunque, e specialmente nell’UE, per peggiorare le condizioni dei migranti extra-europei e stabilire nuove gerarchie razziste.

La nostra opposizione a questa guerra e la solidarietà con le popolazioni ucraine sottoposte a bombardamenti e con tutti coloro che subiscono gli orrori derivanti dal conflitto devono andare di pari passo con una politica di pace di lunga durata e transnazionale, dentro e contro il mutato scenario bellico mondiale. L’Assemblea permanente contro la guerra è lo spazio in cui costruire un processo collettivo autonomo dalla politica degli Stati e delle nazioni; in cui ci rifiutiamo di lottare per la pace solo a costo di avere più guerra e più militarizzazione; in cui rifiutiamo il mantra attuale secondo cui la guerra e ancora più guerra sono necessarie per difendere i “valori europei” e la democrazia.

Una politica transnazionale di pace non riguarda solo la fine delle ostilità, ma è un compito pratico e partigiano che possiamo sostenere e per il quale lottare. Per rafforzare questo processo, dobbiamo estendere la comunicazione attraverso i confini tra coloro che lottano contro lo sfruttamento e l’oppressione che la guerra sta esacerbando, in Europa e altrove. Con questo obiettivo, invitiamo tutte e tutti coloro che vogliono partecipare a questo percorso alla prossima assemblea che si terrà il 22 maggio alle 17.00 (CEST) per discutere insieme come costruire una politica transnazionale di pace, per il presente e per i tempi a venire.

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