di TRANSNATIONAL SOCIAL STRIKE PLATFORM
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Il 9 aprile si è tenuto il secondo incontro dell’Assemblea Permanente contro la guerra. Dopo che circa 150 attivisti e attiviste, lavoratori e lavoratrici di almeno 15 paesi diversi hanno preso parte alla prima assemblea, 170 persone hanno partecipato a questo secondo incontro. Complessivamente, più di 270 persone hanno partecipato all’Assemblea permanente. La maggior parte di queste è stata presente a entrambi gli incontri, con il secondo che ha visto molti e molte nuove partecipanti provenienti da diversi contesti politici e geografici, con una forte partecipazione dall’Europa centrale e orientale. La maggior parte di loro non si conoscevano prima dell’assemblea, ma hanno preso parte a una lunga discussione dove sono emerse diverse posizioni e sono stati trovati fili comuni verso una politica transnazionale di pace. L’Assemblea Permanente sta quindi funzionando come uno spazio dove poter sviluppare una discussione, ma diversamente da una rete burocratica, è un’infrastruttura politica aperta a cui possono unirsi nuove persone.
Abbozziamo qui brevemente gli esiti dell’assemblea, senza pretendere di riassumerla: chi si è perso l’assemblea e vuole sentire la registrazione può mandarci una mail a info@transnational-strike.info. Per ricevere aggiornamenti, tutte e tutti sono invitati a iscriversi alla mailing list No-to-War.
Molti e molte nella discussione hanno sottolineato la limitatezza dei discorsi esistenti contro la guerra, a causa di una pratica politica, di categorie e di schemi pensati in e per altre condizioni politiche. La maggior parte dei partecipanti ha espresso insoddisfazione per gli slogan che sembrano incapaci di cogliere l’urgenza di una politica transnazionale di pace e la necessità non tanto di schierarsi con questo o quello Stato, ma con coloro che stanno resistendo in Ucraina, coloro che stanno fuggendo, coloro che si stanno opponendo alla guerra in Russia e altrove. L’invasione russa dell’Ucraina e la politica di guerra messa in atto da quasi tutti i governi coinvolti – attraverso l’invio di armi e sanzioni sempre più dure non solo ai sostenitori di Putin ma a tutta la Russia, colpendo così la vita di milioni di uomini e donne, lavoratori e migranti, ben oltre i confini russi – ci costringono ad affrontare una nuova realtà. Infatti, questa guerra avviene in un contesto già scosso da dinamiche transnazionali di potere che vanno al di là delle mere questioni geopolitiche e complicano la nostra organizzazione collettiva transnazionale, rendendola più urgente: dalle catene di approvvigionamento globali (e le loro interruzioni e riconfigurazioni) ai movimenti di persone, dalla finanza all’integrazione tecnologica ed economica, dalla crisi climatica alla corsa per accaparrarsi nuove risorse.
È questa realtà che ci spinge a cercare di andare oltre le numerose proteste e iniziative di solidarietà in cui la maggior parte dei partecipanti all’assemblea sono coinvolti a livello locale e che l’assemblea sostiene collettivamente. Riconosciamo l’importanza di queste iniziative, ma anche la loro insufficienza. Dobbiamo costruire una capacità collettiva di incidere su questa nuova realtà, partendo dalla necessità di trovare un discorso diverso per opporsi all’invasione dell’Ucraina e alla politica di guerra. La ricerca di una politica transnazionale di pace è il nome di questo sforzo comune.
Questo implica la necessità di superare il rischio di lasciare che la guerra di Putin tenga in ostaggio la nostra immaginazione politica e metta in discussione la legittimità di discutere di una lotta collettiva contro di essa. La guerra è oggi in Ucraina, ma riguarda tutti noi e la nostra capacità politica collettiva. Mentre ci opponiamo a questa guerra di aggressione, costruiamo anche il senso della pace. Vogliamo che i bombardamenti e i massacri finiscano, ma la nostra politica di pace non si risolve in una questione di accordi tra Stati: riguarda il tipo di mondo in cui vogliamo vivere, il tipo di lotte che vogliamo riprendere e portare avanti per costruirlo. Nonostante le diverse posizioni emerse in assemblea intorno al problema della resistenza armata, tutti sono dalla parte di chi combatte e resiste, ma allo stesso tempo rifiutiamo l’alternativa tra guerra e più guerra. Una politica transnazionale di pace sostiene chi combatte l’aggressore e resiste a tutto ciò che contribuirebbe a un’intensificazione della guerra. La nostra pace non è solo l’assenza di guerra, ma una politica transnazionale contro i nazionalismi, contro le politiche statali che portano alla guerra, aumentano lo sfruttamento, riproducono il razzismo e rafforzano il patriarcato.
Tutti i collettivi e le organizzazioni presenti all’assemblea hanno dichiarato il loro impegno nel sostenere l’opposizione a questa guerra di aggressione. Ci sono quelli che stanno organizzando aiuti di solidarietà, raccogliendo fondi e protezioni per aiutare coloro che sono rimasti e rimaste in Ucraina. Altri stanno sostenendo coloro che stanno fuggendo dalla guerra. I sindacati di base stanno stabilendo collegamenti con i lavoratori in Ucraina per portare solidarietà e affrontare insieme il peggioramento delle condizioni di lavoro e la trattenuta dei salari con la scusa della guerra. I collettivi antirazzisti e dei migranti stanno agendo per collegare la lotta dei migranti per muoversi liberamente attraverso i confini con il massiccio arrivo di nuovi rifugiati dall’Ucraina e i cambiamenti che questo comporta per il regime dei confini dell’UE, sapendo bene che l’atteggiamento di apertura dell’UE si esaurirà presto. Le femministe in Russia e altrove stanno raccogliendo pillole contraccettive e abortive per cercare di sostenere quelle donne che sono state vittime di stupro. Insegnanti e studenti si stanno organizzando per opporsi alla guerra in Russia e stanno discutendo su come rendere visibili anche forme individuali di rifiuto alla guerra, senza rischiare di essere perseguiti e arrestati. Queste e molte altre iniziative sono state presentate in assemblea. A partire da qui abbiamo riconosciuto la necessità di collegare le diverse iniziative in cui siamo coinvolti e trovare discorsi e terreni di lotta comuni.
L’Assemblea Permanente è uno strumento cruciale in questa direzione e per dare forma a una politica transnazionale di pace. Perciò, molti interventi hanno sottolineato la necessità di rendere visibile l’esistenza di questo progetto politico, sollevando nuovamente la questione – già discussa nella prima riunione – di come mobilitarsi il Primo Maggio oltre le frontiere nazionali. Ci siamo impegnati a promuovere una chiara presa di posizione contro questa guerra di aggressione e dalla parte di coloro che sono colpiti dalla guerra, a scrivere una dichiarazione comune e produrre una grafica comune per le prossime mobilitazioni del primo maggio.
Diversi interventi hanno chiesto quali pratiche di lotta possono essere efficaci non solo contro la guerra, ma per costruire e consolidare una politica transnazionale di pace. Abbiamo discusso la necessità di sviluppare richieste e lotte comuni, come la rivendicazione della libertà di movimento per tutti, la richiesta di porre fine al regime razzista delle frontiere dell’UE, e il rilascio di un permesso di soggiorno incondizionato a tutti i migranti e richiedenti asilo; l’opposizione alle riforme antioperaie, ai tagli salariali o all’aumento dei costi degli alloggi e delle bollette con la scusa della guerra; la lotta contro la violenza patriarcale in ogni sua forma. Con le femministe russe, che sono la spina dorsale dell’opposizione alla guerra in Russia, abbiamo discusso di mettere lo sciopero contro la guerra al centro del nostro orizzonte politico.
Dire Strike the war significa che Dobbiamo lottare contro la guerra ora, per una politica transnazionale di pace. Pensiamo che queste parole debbano risuonare attraverso le molte manifestazioni previste il prossimo primo maggio e agiremo insieme per far sì che questo accada e per allargare l’Assemblea Permanente contro la Guerra, prima di riunirci di nuovo subito dopo il primo maggio.
Per seguire i prossimi passi dell’Assemblea Permanente contro la Guerra e partecipare iscriviti alla mailing list inviando una mail vuota a: tss-no-war-list-subscribe@lists.riseup.net