Pubblichiamo la traduzione italiana della petizione scritta da lavoratrici e lavoratori del centro di distribuzione Amazon a New York che chiede che Amazon adotti in tutto il mondo una serie di misure necessarie e non dilazionabili per far fronte all’emergenza Coronavirus: la sanificazione di tutti gli ambienti, la riduzione degli standard di produttività, un congedo retribuito per tutte e tutti in caso di chiusura o di diminuzione delle ore di lavoro o in base alle esigenze personali di ciascuno, e misure di sicurezza per i corrieri. Nonostante la pandemia, Amazon non rinuncia infatti a efficienza e profitto e vede anzi in questa emergenza una possibilità di accrescere i guadagni grazie alla chiusura dei negozi e all’isolamento nelle case. In Italia, mentre ovunque sono disposte stringenti misure di sicurezza, magazzini e fabbriche restano aperti e Amazon come moltissime altre imprese sta adottando misure del tutto insufficienti. Scioperi e proteste stanno avvenendo ovunque, chiedendo la chiusura e la sanificazione degli impianti e che il governo insieme alle imprese si impegni a garantire reddito e salario nonostante la crisi in atto. Le proteste hanno già investito i magazzini di Amazon a Torrazza in Piemonte e a Passo Corese vicino a Roma, così come moltissime fabbriche e magazzini dove lavoratrici e lavoratori hanno alzato la voce spingendo anche sindacati prima silenti a dichiarare lo stato d’agitazione. La petizione, grazie alla crescente connessione transnazionale tra magazzini di diversi Paesi, sta già circolando negli Stati Uniti, in Francia e in Polonia e punta a raccogliere firme di lavoratori e lavoratrici Amazon da tutta Europa e dagli Stati Uniti e di loro sostenitori. Se vuoi firmare compila il modulo sottostante o scarica il modulo qui!
→ A questo link l’elenco delle firme in aggiornamento.