di TRANSNATIONAL SOCIAL STRIKE PLATFORM
Pubblichiamo la traduzione italiana del documento conclusivo redatto in seguito all’assemblea della Transnational Social Strike Platform dello scorso 10-12 febbraio a Londra.
→ English
Dal 2008, i movimenti sociali hanno cercato modi per superare i limiti che le rapide trasformazioni in campo economico, sociale e politico ponevano a tutte le forme organizzative. Una varietà di lotte contro l’ordine neoliberale è emersa in questi ultimi anni: dai movimenti anti-austerità alla resistenza alle frontiere, dall’insubordinazione nei luoghi di lavoro all’occupazione delle piazze. Quello che abbiamo visto più di recente è il potente riemergere dello sciopero come forma centrale di antagonismo attraverso la quale precarie, migranti e operai, uomini e donne, prendono parola e agiscono. Lo sciopero è diventato il modo di collegare lotte in precedenza sconnesse, invadendo piazze e luoghi di lavoro, legando l’opposizione alle istituzioni neoliberali e al regime dei confini con il rifiuto dello sfruttamento e della divisione sessuale del lavoro. Questa presenza rinnovata dello sciopero è visibile nel movimento francese contro la loi travail, nella chiamata proposta per un ‘sciopero generale’ contro il governo Trump, nelle giornate senza migranti negli Stati Uniti e nel Regno Unito, così come nello sciopero delle donne, in Polonia e in Argentina, e poi nel primo sciopero globale dell’8 marzo, che ha usato lo sciopero come pratica femminista di massa in tutto il mondo.
Lo sciopero continua a essere uno strumento di contrattazione nelle quotidiane vertenze sul lavoro, ma diventa qualcosa di più quando è parte di un movimento sociale e transnazionale. Lo sciopero sta diventando politico in quanto non è più confinato a una categoria o a un luogo di lavoro, non è più limitato alle lotte per il salario, a un settore della produzione o a una nazione. Lo sciopero sta diventando sociale nella misura in cui riconosce la necessità di collegare le lotte per il salario e le condizioni di lavoro, per i diritti sociali e la libertà di movimento, attaccando lo sfruttamento in tutte le sue forme. Lo sciopero sta diventando transnazionale perché transnazionale è la scala su cui si dispiegano sia i poteri che abbiamo di fronte sia la possibilità di vincere. Liberando il potenziale delle diverse forme di lotta contro il neoliberalismo, lo sciopero si è rivelato il modo in cui i movimenti sociali possono immergersi nel movimento reale di rottura del presente.
Il 10-12 febbraio si è tenuto a Londra il terzo meeting della Transnational Social Strike Platform. La TSS Platform è un’infrastruttura politica transnazionale composta da lavoratori e lavoratrici, migranti, sindacati di base e iniziative militanti che hanno come priorità politica l’allargamento e la continuità del movimento dello sciopero a livello transnazionale. Più di 160 persone da 40 organizzazioni e 9 paesi hanno partecipato all’assemblea di Londra, per discutere le questioni che ruotano attorno alla dimensione sociale e transnazionale dello sciopero. Nei workshop si sono discussi problemi come l’ascesa del nazionalismo, lo sciopero delle donne, lo sciopero logistico e le lotte nella riproduzione sociale. L’assemblea è stata organizzata proprio a Londra con una particolare attenzione all’organizzazione e all’allargamento di «una giornata senza di noi» dei migranti in programma per il 20 febbraio nel Regno Unito, quanto dello sciopero globale delle donne dello scorso 8 marzo.
Il meeting aveva l’obiettivo di accrescere la circolazione di esperienze di insubordinazione e allo stesso tempo elaborare posizioni comuni, tanto sul piano della pratica quanto del discorso. Abbiamo discusso di come la Transnational Social Strike Platform può funzionare più esplicitamente come un’infrastruttura politica che mira a liberare tutto il potenziale delle lotte di migranti, precarie e operai contro il neoliberalismo. A questo fine, è stato ampiamente riconosciuto il bisogno di sviluppare una visione strategica condivisa per spingere le lotte esistenti verso obiettivi comuni e rendere possibile l’imprevedibile.
Salario, welfare, libertà di movimento a livello europeo sono stati individuati come terreni cruciali di lotta. In questo riconosciamo una svolta rispetto a esperienze precedenti di networking su un piano transnazionale: la TSS Platform non vuole semplicemente essere una coalizione tenuta insieme da uno scopo contingente o al fine di organizzare un grande evento, né vuole essere una semplice rete. Il nostro obiettivo è sviluppare e rafforzare un’infrastruttura che, da dentro al movimento dello sciopero, si ponga il problema tanto di accrescere la nostra capacità organizzative a livello transnazionale, quanto di convergere strategicamente su terreni comuni di iniziativa.
Dai vari momenti dell’assemblea è emerso l’accordo sulla necessità di includere una discussione più approfondita sul nostro orizzonte strategico al nostro prossimo meeting, che si terrà a Ljubljana il 20-21 maggio. L’assemblea di Londra segna uno passaggio importante per la piattaforma: essa rappresenta la «fine dell’inizio» della TSS Platform e annuncia una nuova fase del nostro impegno collettivo: approfondire la nostra comprensione, le connessioni, le potenzialità e l’impegno reciproco per le lotte che abbiamo davanti.