di TRANSNATIONAL SOCIAL STRIKE PLATFORM
Assemblea della Piattaforma dello Sciopero Sociale Transnazionale, 11 giugno, ore 12, Place de la République, Parigi
Attivisti e sindacalisti della Piattaforma dello Sciopero Sociale Transnazionale hanno preso parte negli scioperi e nelle mobilitazioni degli ultimi mesi in Francia, nella Settimana Internazionale del 7-8 maggio e nel #GlobalDebout del 15 maggio. A partire da questo, vogliamo approfondire il tema dei molteplici fili che connettono la Francia con le linee di potere e di insubordinazione che attraversano l’Europa. Vogliamo sfruttare la possibilità che offre Place de la République in quanto strumento di convergenza delle lotte e in quanto spazio dove possiamo immaginare collettivamente i modi per superare i nostri limiti, abitudini, pratiche istituzionalizzate, le gerarchie dentro e fuori i luoghi di lavoro, al fine di accumulare potere.
Partiamo da un fatto: la loi travail non è solo una legge nazionale. Essa è parte di un processo di precarizzazione e di un attacco al lavoro e ai diritti, che accomunano l’intera Unione Europea e anche altri spazi globali. Il pacchetto di austerità della Grecia, il Jobs Act in Italia, Hartz IV in Germania, le restrizioni al welfare nel Regno Unito e in Belgio e molte altre misure sono messi in atto con la stessa logica: la precarietà nell’UE è diventata la norma. Anche coloro che hanno un contratto «migliore» sono in pericolo di essere licenziati, di perdere dei benefici di welfare, di diventare sempre più poveri.
La precarietà si è fatta strada nelle fabbriche, nelle scuole, nel settore pubblico. La precarietà è anche la condizione di coloro che, come i migranti dall’esterno e dall’interno dell’UE, rischiano il proprio permesso di soggiorno se perdono il lavoro, di coloro che necessitano di pagare allo Stato un presunto debito di accoglienza con il prezzo dello sfruttamento. La crescente mobilità del lavoro e l’organizzazione transnazionale della produzione fanno sì che ogni spazio – città, paese, luogo di lavoro – sia attraversato da dinamiche transnazionali. Eppure, mentre la produzione, i datori di lavoro e le leggi contro il lavoro sono organizzate secondo logiche transfrontaliere, le nostre strategie sono ancora articolate attorno a dinamiche nazionali.
Su una scala più grande e con un’intensità più forte, in Francia sta succedendo qualcosa di simile a ciò che è uno sciopero sociale, e cioè un processo in grado di combinare l’espressione del dissenso e l’insubordinazione di coloro che sono esclusi da organizzazioni tradizionali (siano esse i sindacati o i movimenti sociali), con la domanda «come vincere?», cioè come colpire la produzione e accumulare potere. Come superare la divisione tra coloro che hanno e coloro che non hanno il diritto allo sciopero? Come trasformare lo sciopero in un’arma politica che può essere usata da molti soggetti in tutta la società? Chi o cosa sono i soggetti al cui fianco dobbiamo combattere per diffondere il movimento dello sciopero in tutta la società? Come possiamo costruire un contrattacco che attraversi i confini? Queste sono le domande che ci hanno portato alla creazione della Piattaforma dello Sciopero Sociale Transnazionale che è un processo aperto, uno spazio di sperimentazione con un obiettivo comune: l’organizzazione dello sciopero sociale transnazionale. Questa idea è la nostra bussola all’interno della dispersione delle lotte, per far fronte alla mancanza di comunicazione tra i differenti segmenti del mondo del lavoro. Consideriamo ciò che sta succedendo in Francia come un passo avanti in questa direzione.
L’assemblea è intesa come uno scambio di esperienze e di tattiche relativamente a ciò che è stato già fatto, in Francia e altrove, come una discussione su come utilizzare la Piattaforma dello Sciopero Sociale Transnazionale per supportare la mobilitazione francese, e come un’occasione di confronto sulle modalità per organizzare insieme l’opposizione alla loi travail e al suo mondo, dentro e oltre la Francia. Siamo interessati a discutere dei modi per superare le differenze nazionali alla ricerca di nuovi percorsi di convergenza anche attraverso i confini, alla luce sia delle somiglianze tra la loi travail e molte altre riforme del lavoro applicate in Europa negli ultimi anni, sia del potere esercitato dalle catene transnazionali di produzione. Inizieremo da alcuni punti cruciali: possiamo trovare delle rivendicazioni comuni o dei punti chiave comuni per formare la base di una collaborazione transnazionale? Come combinare il tempo dell’attuale escalation con una prospettiva di convergenza più a lungo termine? Come consolidare ciò che è stato conquistato in termini di mobilitazione della società?