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Blockupy International sostiene la settimana di mobilitazioni contro l’austerity in Grecia e fa appello per costruire una giornata mondiale del rifugiato alternativa
A marzo abbiamo occupato le piazza di Francoforte con decine di migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Europa e bloccato l’inaugurazione del nuovo quartier generale della Banca Centrale Europea per dire che «la loro Europa» non parla a nostro nome e che non pensiamo che la BCE, la Troika, l’Europa del capitale siano una soluzione alla crisi. Al contrario, la spirale senza fine del debito sta trainando alcune economie mentre obbliga altre ad accettare «riforme» che aggravano la divisione tra ricchi e poveri, tra cittadini e stranieri, tra chi vale e chi è inutile. Poiché le politiche di austerity rendono possibile l’accumulazione di denaro nelle mani dei pochi, venti di destra soffiano da varie parti formando tempeste, sfruttando l’ampia diffusione del disagio sociale e invocando nuove forme di esclusione, confini, separatismo, come rendono evidente le elezioni nel Regno Unito. I governi europei stanno usando tutto questo per mettere in campo nuove frontiere, nuove divisioni e nuove regole. Loro – le forze di destra e le risposte dei governi – rappresentano il problema, non la soluzione.
A Francoforte, però, abbiamo detto che l’Europa non è soltanto uno slogan ma è lo spazio della nostra iniziativa comune. La nostra Europa è uno spazio aperto di solidarietà, reciprocità, libertà e diritti e per questo stiamo lottando. Sappiamo che la battaglia è ancora aperta. Il popolo greco si è sollevato contro il ricatto, il governo delle élite, l’Europa della precarietà e dell’austerity. In Spagna la gente ha appena deciso di riprendersi una parte del proprio «auto-governo». È un lampo di speranza, una speranza che si è accesa ed è pronta a diffondersi in altre regioni europee. È proprio questa speranza che le élite vogliono spegnere. Non è ammesso nessun altro paradigma, nessuna alternativa deve essere indicata. Chiaramente, il risultato di questa battaglia non definirà solo il futuro della Grecia, ma quello di tutti noi.
Nello stesso tempo, e all’interno dello stesso spazio, decine di migliaia di persone sono costrette ad attraversare un mortifero mar Mediterraneo – sfidando ogni giorno le regole europee dell’esclusione e rivendicando il proprio diritto a una vita migliore. Il governo della mobilità – all’interno del continente e attraverso i continenti – è uno degli aspetti centrali dell’accumulazione capitalistica. È un modo di produzione basato sui differenziali di circolazione tra merci, valori e corpi con diritti diversi per chi conta come cittadino e chi non, per quelli che possono restare e quelli che devono andarsene, rispetto ai diritti sociali che alcuni riescono a ottenere e altri non. Intanto, mentre la gente muore nel mar Mediterraneo e mentre molti cittadini di ogni parte d’Europa sono oltraggiati da tutto questo, i rappresentanti europei da parte loro definiscono piani per costruire nuove frontiere e spostare i confini più avanti in nome di una presunta solidarietà: questo è disgustoso!
Il 20 giugno è la giornata mondiale del rifugiato. Il 20 giugno è anche il primo giorno di una settimana di azione e solidarietà con il popolo greco. Crediamo fermamente che sia il momento di agire. Con i nostri amici e compagni in Grecia sappiamo che la battaglia che va avanti contro l’austerity ci riguarda tutti. I continui attacchi alla vita della popolazione ci dicono che non possiamo rimanere spettatori, che dobbiamo intervenire, confrontarci e continuare a praticare la nostra libertà proprio come i migranti che ogni giorno combattono contro il regime dei confini e per i loro diritti. Democrazia e solidarietà sono senza confini: non c’è nessun debito che possa pesare come un ricatto sul nostro presente, nessuna frontiera che possa stabilire chi è cittadino e chi non lo è!
Trasformiamo il 20 giugno e la settimana seguente in giornate di solidarietà e connessione in tutta l’Europa. Usiamo questo momento per reclamare un’Europa senza confini, un’Europa di diritti e solidarietà. Negli ultimi anni abbiamo avviato un processo di transnazionalizzazione delle nostre lotte contro l’austerity, attraverso e oltre Blockupy. Crediamo fermamente nella possibilità di costruire nuove forme di democrazia reale a partire dalle nostre differenze e da ciò che abbiamo in comune e attraverso di esse. Crediamo nell’intervento pubblico e nelle pratiche radicali di piazza con azioni concrete di disobbedienza civile. Un’altra Europa non deve essere solo nominata, ma praticata.
Noi dobbiamo continuare, e continueremo a farlo in questi tempi intensi. Tutti noi dobbiamo diventare attivi nella settimana che si avvicina tra il 20 e il 26 giugno, così come anche il 13 giugno, quando manifestazioni dei migranti per un permesso di soggiorno minimo europeo avranno luogo in diverse città italiane e a Francoforte. Manifestazioni, azioni, raduni saranno organizzati a Berlino, Parigi, Roma, Bruxelles e altre città nella settimana di solidarietà. Il nostro tempo è ora e non vogliamo che altri decidano sulle nostre vite.
Solidarietà oltre i confini, costruiamo la democrazia dal basso!
Uniamoci alla settimana di mobilitazione per la Grecia e costruiamo una Giornata mondiale del rifugiato alternativa!
Blockupy International