→ English
Il 18 marzo 2015 ci aspettiamo una grande mobilitazione transnazionale a Francoforte contro l’inaugurazione ufficiale della nuova torre della Banca Centrale Europea, un simbolo delle politiche capitalistiche di austerità, precarietà e sfruttamento. Il 18 marzo denunceremo il potere della Troika e il ricatto contro la Grecia: chiameremo la BCE e l’Unione europea a rispondere delle loro azioni! Sappiamo che il solo risultato elettorale non è potente a sufficienza per darci la forza di cui abbiamo bisogno contro il potere del capitale, per questo motivo saremo nelle strade di Francoforte e vogliamo utilizzare questa opportunità di incontro per rimanere un altro giorno e cercare di approfondire la discussione sulle questioni pratiche e teoriche dello sciopero sociale e transnazionale.
Come scioperare se siete assunti con contratti a tempo determinato e ogni volta in pericolo di essere licenziati? Che cosa significa scioperare per un libero professionista precario? Chi può utilizzare un forte potere contrattuale e in quale settore lavorativo? E cosa fare senza questo potere? Come spostare il conflitto dal posto di lavoro alla società e come connettere le lotte sociali ed economiche? Qual è il rapporto tra autorganizzazione dentro le fabbriche e il supporto dall’esterno, per esempio attraverso blocchi e campagne? Come scioperare nelle imprese transnazionali, che sfruttano i confini per creare conflitto tra i diversi siti produttivi? Come organizzarsi lungo e contro le catene globali dello sfruttamento? Il blocco di una strada, ad esempio fatto da studenti, è automaticamente uno sciopero? O lo è solo se fatto da camionisti o insieme a loro? Qual è il rapporto con i sindacati e quale il loro ruolo? Come sfidare il nuovo governo della mobilità e la regionalizzazione del welfare, che sfrutta le gerarchie costruite sui confini? Che cosa vuol dire organizzare una forza lavoro in cui i migranti e gli abitanti locali sono messi uno contro l’altro dal razzismo istituzionale? Come possiamo trasformare le nostre differenze nella nostra forza? Sarebbe di aiuto sviluppare delle rivendicazioni transnazionali comuni come un salario minimo europeo, un reddito di base e un welfare europei?
Vogliamo affrontare (almeno una prima parte di) queste domande sulla base delle reali esperienze di lotta sul lavoro e dell’iniziativa di lavoratori e lavoratrici nell’epoca della precarietà. Sappiamo che le condizioni nazionali e regionali sono molteplici, che il regime di sfruttamento è organizzato in una modalità globale complessa e che la realtà è dominata da sconnessioni precarie e gerarchie che producono divisione. Ma sappiamo anche che, se vogliamo sfidare e superare questa realtà, abbiamo bisogno di organizzarci a livello transnazionale, abbiamo bisogno di uno scambio diretto tra esperienze e di sviluppare una piattaforma comune. La produzione è oggi organizzata secondo linee transnazionali e si gioca su forme di lavoro differenti e precarie. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per una risposta transnazionale!
Vogliamo seguire le linee di discussione e le domande che abbiamo già sollevato nella conferenza internazionale di Blockupy nel 2013 e che sono state sviluppate a partire da nuove esperienze nel festival di Blockupy del novembre del 2014, dopo l’esperimento di sciopero sociale in Italia. Si farà riferimento anche ai dibattiti dello Strike Meeting che si è tenuto a Roma a metà febbraio, mentre il 19 marzo vogliamo invitare anche altri lavoratori e attivisti sindacali da vari paesi.
L’iniziativa è stata avviata e proposta dagli attivisti di Blockupy Meets Amazon e TIE (Transnational Information Exchange)
Proposta di Agenda
10.00 – 11.30 Plenaria di apertura:
Costruire la forza, organizzare le lotte. Sciopero sociale e transnazionale: qual’è il loro potenziale? Che tipo di piattaforma comune?
12.00-14.00 Gruppi di lavoro:
– Fragole, tessile, elettronica, logistica: agire e scioperare lungo e contro le catene globali dello sfruttamento?
– Dal posto di lavoro alla società e viceversa: quale rapporto tra lotte economiche e sociali? Quali sono le diverse forme di sciopero e supporto dall’esterno, campagne e blocchi, e quando aiutano?
– Lavoro migrante, diritti dei migranti, sciopero dei migranti: il lavoro e il governo di mobilità
– Le rivendicazioni comuni come strumenti organizzativi: discussione sul salario minimo welfare e reddito europei e sulla libertà di movimento
14.00-15.00 Plenaria conclusiva:
I risultati dei gruppi di lavoro, i prossimi passaggi comuni e le strutture verso un sciopero transnazionale.
Workshop I: fragole, tessile, elettronica, logistica: agire e scioperare lungo e contro le catene globali dello sfruttamento?
L’attuale formazione del capitalismo è quella di una produzione e distribuzione di prodotti e servizi organizzata a livello transnazionale. I lavoratori provenienti da tutto il mondo vengono messi in competizione e sono legati gli uni agli altri a causa della organizzazione transnazionale del lavoro. Allo stesso tempo, questo rapporto non porta necessariamente alla cooperazione e ad azioni collettive tra lavoratori attraverso i confini, anche se l’organizzazione transnazionale del lavoro rende il capitale anche vulnerabile. L’Europa stessa è ora uno spazio globale attraversata da differenze e catene di produzione transnazionale che riducono la capacità di movimenti del lavoro di organizzarsi e vincere. Ma ci sono esperienze di azione e sciopero lungo e contro le reti di sfruttamento globale. Vogliamo discutere di questi esempi nel commercio al dettaglio globale – in cui i lavoratori di vendita al dettaglio della Germania e dei lavoratori provenienti da India, Bangladesh e Sri Lanka agiscono di concerto – e nelle esperienze dei lavoratori di Amazon. Vogliamo discutere di come possiamo rafforzare la solidarietà transnazionale, come possiamo sviluppare lotte solidamente unite che rafforzino la nostra posizione nei conflitti locali e come possiamo trasformare le connessioni tra i diversi lavoratori e luoghi di lavoro in un’azione comune.
Workshop II: dal posto di lavoro alla società e viceversa: quale rapporto tra lotte economiche e sociali? Quali sono le diverse forme di sciopero e supporto dall’esterno, campagne e blocchi, e quando aiutano?
Scioperi in un magazzino Amazon, scioperi dei lavoratori delle ferrovie o scioperi dei lavoratori sociali: il potere di contrattazione diretta e le condizioni dei lavoratori sono piuttosto diversi e altrettanto lo sono le condizioni di effettiva sindacalizzazione e solidarietà sociale. Nella logistica e nelle fabbriche un supporto diretto ai picchetti potrebbe essere importante per fermare i crumiri o per aiutare a disturbare la produzione just-in-time. Tuttavia, le campagne organizzate all’esterno non dovrebbero coprire e non possono sostituire una debolezza interna e questo rapporto deve essere ridiscusso ogni volta. I lavoratori delle ferrovie possiedono un forte potere di interrompere i trasporti e le catene di produzione, ma gli scioperi nei trasporti pubblici colpiscono anche la gente comune e una strategia di sostegno pubblico potrebbe essere un aspetto cruciale per vincere un conflitto. Gli assistenti sociali o sanitari di solito hanno meno potere contrattuale diretto e la loro responsabilità nei confronti di bambini o delle persone assistite comportano una sfida particolare – ma anche un potenziale per una mobilitazione sociale insieme a genitori e pazienti. In questo workshop vogliamo ridiscutere sfide, le contraddizioni e le possibilità di organizzazione, sciopero e solidarietà sulla base di esperienze pratiche nei settori già menzionati.
Workshop III: lavoro migrante, diritti dei migranti, sciopero dei migranti: il lavoro e il governo di mobilità
Il governo europeo della mobilità si basa sul ricatto del permesso di soggiorno per i migranti, sulla distinzione tra migranti e rifugiati e sulle nuove restrizioni dei servizi di welfare per i migranti interni, che in tutta Europa mirano a piegare la mobilità del lavoro alle esigenze del capitale. Il lavoro in sé è sempre più mobile, perché è sempre più comune cambiare il proprio posto di lavoro, passare da un lavoro all’altro, essere occupati con contratti a breve termine che rendono precari i salari e la vita. Per i migranti, i precari e gli operai l’Europa è uno spazio di transito e un campo di battaglia tra forze che cercano di governare la mobilità per motivi di profitto e l’esercizio della libertà di circolazione. La discussione su come organizzare lotte transnazionali deve affrontare le opportunità e le problematiche poste dalla mobilità del lavoro. Le esperienze di scioperi e lotte dei migranti sono un punto di riferimento centrale qui perché sono stati in grado di rivolgersi tanto ai padroni quanto alle istituzioni che rafforzano il governo della mobilità. Come ampliare le coordinate di queste esperienze? Come è possibile sfidare efficacemente il governo della mobilità? Come organizzare scioperi in una situazione in cui il lavoro è sempre più mobile? Cosa significa organizzare una forza lavoro dove i migranti e gli abitanti locali sono messi uno contro l’altro dal razzismo istituzionale?
Workshop IV: e rivendicazioni comuni come strumenti organizzativi: discussione sul salario minimo welfare e reddito europei, permesso di soggiorno minimo per i migranti indipendente da salario e reddito
Il workshop discuterà le rivendicazioni proposte in una cornice comune per il processo dello sciopero transnazionale: un salario minimo e il reddito di base europeo, un welfare europeo e un permesso di soggiorno europeo di minimo due anni indipendente dal lavoro e dal reddito per i migranti. Queste rivendicazioni dovrebbero essere discusse sulla base del loro scopo e come strumenti per la costruzione d’iniziativa politica e di organizzazione. L’obiettivo delle rivendicazioni è quella di cercare di bloccare e combattere lo sfruttamento delle gerarchie tra i lavoratori e le regioni che permettono ai datori di lavoro di contrapporre un gruppo di lavoratori all’altro. D’altra parte, la funzione delle rivendicazioni è quello di contribuire a dirigere e coordinare la nostra azione internazionale e consentire di ampliare il processo di sciopero transnazionale, parlando ai lavoratori che non sono ancora coinvolti nei movimenti sociali. Infine, dovrebbero aiutare ciascuno di noi a costruire connessioni tra lotte locali e la dimensione europea. Queste rivendicazioni possono essere strumenti efficaci per costruire campagne a livello europeo che non solo possano collegare le lotte esistenti, ma ne producano anche di nuove? Come usarle per questo scopo e coordinare la nostra iniziativa politica attraverso di esse? In questo senso, il workshop discuterà anche di come migliorare queste campagne a livello regionale al fine di renderle concreti strumenti organizzativi e di sfidare le istituzioni a livello locale.
***
Registrazione:
Si prega di iscriversi in anticipo a questo meeting inviando una mail a:
kmii-hanau@antira.info
Vi informeremo sul luogo di svolgimento dei questo meeting e anche sul processo di preparazione nei giorni precedenti il 19 marzo.