venerdì , 22 Novembre 2024

Sabato 18 maggio: Zone di Sfruttamento Speciale

Zone di sfruttamento specialeProiezione del documentario «Special Exploitation Zones», Szum TV, 2012, Poland (sottotitolato in italiano) e discussione insieme alle compagne e i compagni di Inicjatywa Pracownicza (Iniziativa Operaia), sindacato militante polacco che ha seguito e sostenuto lo sciopero.

La Polonia è l’unico stato membro dell’Unione Europea ad aver istituito delle Special Economic Zones (SEZ), zone di ipersfruttamento che permettono alle multinazionali di estrarre enormi profitti connettendo i territori ai flussi transnazionali grazie a regimi fiscali particolari e lucrando sulle condizioni di lavoro e di vita degli operai e delle operaie impiegate, spesso migranti. Dopo il crollo del socialismo reale e l’introduzione del capitalismo reale, il collasso di buona parte dell’ex industria statale ha causato un incremento esponenziale del tasso di disoccupazione, fino al 20%. Dal 1995, il governo polacco ha stabilito le SEZ per attrarre investimenti di capitale transnazionale.

Così come avvenuto in posti come la Cina, l’India o il Pakistan, la Polonia ha pubblicizzato i suoi salari bassi e la sua forza-lavoro ben preparata, ha offerto sgravi fiscali, terreni a basso prezzo, accordi doganali e sussidi diretti. I trattati dell’UE proibiscono zone di questo tipo, ma prima del suo ingresso nel 2004, la Polonia ha negoziato che le sue 14 SEZ potevano continuare a esistere a certe condizioni fino al 2020. Un’ulteriore proroga è attualmente in discussione. Allo stesso tempo interi paesi dell’Unione Europea funzionano ormai come zone speciali, come nel caso della Repubblica Ceca, mentre diverse voci si sono levate per sostenere l’introduzione delle SEZ in paesi come la Grecia come unica soluzione per uscire dalla crisi. Guardare a cosa succede all’interno delle uniche SEZ formalmente esistenti nell’Unione Europea dal punto di vista delle lotte è dunque oggi importante.

Nell’estate del 2012, la fabbrica Chung Hong Electronics, situata in una delle Special Economic Zone (SEZ) della Polonia, vicino a Wroclaw, è diventata l’arena di una rivendicazione collettiva e di uno sciopero. La fabbrica è un subappalto di LG Electronic, che produce schede TV. Le operaie e gli operai hanno fatto una serie di rivendicazioni e rifiutato di far funzionare i loro macchinari per quasi due settimane. Come risposta, il padrone ha licenziato 24 di loro. Una serrata così seria non accadeva in Polonia dalla trasformazione capitalista del 1989.

Il film si basa sulle interviste fatte ai lavoratori e alle lavoratrici che spiegano perché hanno deciso di scioperare. Raccontano come l’alto tasso di disoccupazione nella regione li ha forzati a fare i pendolari verso fabbriche lontane centinaia di chilometri da casa, descrivono le condizioni lavorative dentro la fabbrica, l’aspra disciplina alla catena di montaggio, il loro esaurimento   psicofisico e come hanno provato a sopravvivere guadagnando un salario da fame. In una fabbrica in cui il numero di donne è altissimo, le operaie raccontano inoltre come gestiscono e mettono in discussione il doppio lavoro produttivo e riproduttivo.

Iniziativa promossa da:

∫connessioni precarie

Circolo Anarchico Camillo Berneri

Lavoro Insubordinato

Sabato 18 maggio

h. 19.00: Aperitivo

h. 19.30: Proiezione e discussione

Circolo Berneri, Piazza di Porta Santo Stefano 1, Bologna

 

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