Dopo lo scorso 7 maggio a Torino, oggi anche a Napoli per la prima volta gli operatori socio-sanitari hanno scioperato, per fare sentire la propria forza contro i tagli alla spesa sociale e contro la precarietà. Pubblichiamo una prima valutazione di questa giornata di lotta e un bilancio politico della giornata con Piero, del Collettivo Operatori Sociali di Napoli, e di seguito il comunicato del Collettivo napoletano.
“Il bilancio è positivo perché c’è stata una partecipazione eterogenea, operatori socio-sanitari di tutti i settori […] una partecipazione visibile anche dei destinatari, in particolare ragazzi immigranti. […] Si tratta di un’iniziativa molto importante, un po’ perché è il primo sciopero del settore un po’ perché era uno sciopero contro la precarietà […] forse la testimonianza che uno sciopero precario è possibile laddove un investimento nel lavoro anche politico quotidiano dà i suoi frutti. […] Oltretutto nel nostro settore c’è anche una buona contaminazione di soggetti diversi tra loro. Importante e significativa è la partecipazione dei ragazzi migranti, perché sulla questione della precarietà ma anche su quella della cittadinanza i livelli di convergenza sono molto significativi. Questo è un segnale che può essere allargato alle altre componenti del movimento napoletano ma è un segnale anche secondo me positivo per un lavoro di costruzione di rete che vogliamo rilanciare a livello nazionale…”
Ascolta l’intervista a Piero, del Collettivo operatori sociali – Napoli
Comunicato stampa Collettivo operatori sociali
Circa duemila operatori sociali hanno manifestato a Napoli, attraversando e presidiando i luoghi simbolo del Governo nazionale, regionale e locale.
La manifestazione è stata l’espressione visibile dello sciopero – il primo degli operatori sociali nella provincia di Napoli – indetto dalla O. S. Cobas operatori sociali ma promossa dal Collettivo Operatori sociali e sostenuta dal Comitato Il Welfare non è un Lusso.
Gli operatori hanno rivendicato la loro piattaforma davanti al Comune di Napoli, alla Prefettura (dove è stato richiesto un tavolo interistituzionale anche con Regione e Comune di Napoli) ed alla regione Campania, violando uno dei luoghi interdetti ai movimenti ed ai soggetti dell’opposizione sociale in questa città.
La nostra piattaforma è stata ribadita e socializzata all’intera cittadinanza, anch’essa coinvolta nel disfacimento del welfare, costretta ad essere privata di servizi essenziali, la cui assenza inciderà anche sul loro salario e sulla qualità della vita. Proprio come per gli operatori che, oltre a essere in ritardo di mesi di stipendi, hanno come prospettiva il baratro della disoccupazione.
Per questo le nostra mobilitazione si è sostanziata:
- contro i tagli alla spesa sociale
- per il ripristino del Fondo Sociale Nazionale
- per i livelli minimi di assistenza
- per lo stanziamento di fondi adeguati da parte della Regione Campania
- per il ripiano immediato del debito sociale e socio sanitario da parte delle pubbliche Amministrazioni
- per un sollecito piano di rientro del debito accumulato dal Comune di Napoli
- per l’utilizzo immediato dei fondi europei destinati al sociale
- contro la precarietà
- per un reddito garantito universale e incondizionato
Questa è solo una tappa di un percorso di lotta che parte da lontano e vuole giungere al riconoscimento dei nostri diritti e alla ricomposizione del tessuto della precarietà.
Collettivo operatori sociali