I programmi di austerità e privatizzazione imposti dalla Troika decidono delle vite di milioni di persone in Europa. Con loro e con quanti in tutto il mondo subiscono gli effetti della crisi, noi ci opponiamo alla riaffermazione del capitalismo sulle spalle dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, dei migranti, dei giovani. Con loro noi diciamo chiaramente: «noi non vi dobbiamo nulla, noi non pagheremo!».
Mentre il regime della crisi imposto dall’Unione Europea costruisce sempre più confini per dividerci, sfruttarci e opprimerci, nuovi movimenti transnazionali si stanno affermando. Noi siamo gli attivisti dei movimenti sociali, altermondisti, migranti, precari e operai, militanti di partiti e sindacati che vogliono connettere le loro lotte e le loro forze oltre i confini degli Stati nazione. Durante la settimana che precede le elezioni del Parlamento europeo, noi ci appelliamo alla moltitudine di questi movimenti sociali per costruire una democrazia reale dal basso. Lanciamo per questo dieci giorni di azioni decentrate dal 15 al 25 maggio 2014 e vi invitiamo a prendervi parte.
Partendo dalla data simbolica del 15M spagnolo vogliamo realizzare azioni forti, unitarie e internazionalmente visibili in particolare nelle giornate dal 15 al 18 maggio. Al di là di queste date vi saranno azioni in molte città e paesi legate l’una all’altra dalla prospettiva condivisa di un movimento transnazionale per la democrazia, la solidarietà e il comune.
In autunno riuniremo ancora le nostre forze, questa volta per impedire l’apertura della nuova torre della Banca Centrale Europea a Francoforte. Vi invitiamo a partecipare alle giornate d’azione e a contribuire con la vostra creatività e le vostre iniziative.
Costruire la #democrazia
In tempi di crisi, ci dicono, non c’è alternativa all’austerità. Ma la gente paga, soffre e muore mentre le banche sono state salvate finanziariamente con milioni di euro. Debito e sfruttamento, ricchezza e precarizzazione sono due facce della stessa medaglia. Il regime autoritario della crisi non ci rappresenta. La sua vera missione – servire il capitale – è mascherata da standard finanziari apparentemente non ideologici. Questa crisi non può essere risolta da interventi neoliberali. Questa crisi distrugge i diritti sociali, taglia la spesa pubblica e ridetermina la distribuzione della ricchezza a vantaggio del capitale creando competizione tra i diversi luoghi d’Europa.
Il capitalismo è la crisi. La povertà non è solo il risultato di disoccupazione o decisioni ingiuste messe in atto dai governi, ma è anche l’effetto di una trasformazione di più lungo periodo accelerata dalla gestione politica della crisi. Il capitalismo globale divide ricchi e poveri, migranti e cittadini e i cittadini tra di loro, sfrutta le nostre forze creative e produttive per il profitto. È davvero libertà scegliere tra la precarietà e la disoccupazione? Combattiamo per un’uguaglianza sociale ed economica per creare una reale democrazia dal basso!
Riprendiamoci il #comune
È il momento di riprenderci ciò che ci appartiene! La ricchezza creata attraverso la cooperazione sociale ci è stata espropriata. L’estrazione di ricchezza dal nostro pianeta sta distruggendo i nostri mezzi di esistenza. Noi tutti abbiamo di fronte le conseguenze del cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, lo spreco, l’inquinamento e il biocidio. Le basi della nostra riproduzione sociale, incluse la salute e la casa, sono oggetto di speculazione. I confini interni sono intensificati dalla privatizzazione e dall’esclusione economica e sociale. Gli affitti cresciuti del 15% nelle città tedesche stanno costringendo le persone a spostarsi o a diventare homeless. Centinaia di miglia di sfratti in Spagna sono uno dei risultati di un tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 26%. Mentre il tasso di mortalità infantile è cresciuto del 51% in tre anni e 1,5 milioni di persone sono state escluse dal sistema sanitario in Grecia, gli ospedali vengono chiusi e si chiede ai pazienti il pagamento dei servizi di base.
La proprietà privata e pubblica può essere superata attraverso una gestione comune e un accesso libero a ciò che ci è stato sottratto. Ne sono un esempio gli housing projects, iniziative sociali che resistono agli affitti crescenti e agli sfratti, fabbriche occupate e cliniche basate sulla solidarietà sociale. Invece di chiudere ospedali, cacciare le persone dalle case e le iniziative sociali dai loro spazi, è tempo di organizzarsi e riprenderci quello che è nostro.
Lotta in #Solidarietà
L’Europa è uno spazio transnazionale perché è attraversato da milioni di donne e uomini che migrano o lasciano le loro case in cerca di una vita migliore, mettendo così in pratica la libertà di movimento. L’Unione Europea militarizza e rafforza i confini del razzismo, dove migliaia di uomini e donne muoiono o subiscono violenze di ogni genere. Gli effetti del colonialismo e dell’imperialismo costringono i migranti alla subordinazione sociale, all’illegalità, alla detenzione e alla deportazione – per metterne a valore la forza-lavoro. L’estrazione della ricchezza è costruita sul razzismo istituzionale, l’esternalizzazione dei confini e lo sfruttamento delle periferie europee da parte del centro.
Le istituzioni statali e i governi usano pregiudizi e creano paura per ottenere privilegi. Razzismo e fascismo vengono alimentati dalla crisi economica. Nelle strade, migranti, sinti rom e omosessuali vengono attaccati. Attorno a tutto questo sono sorte alleanze pericolose e i partiti di destra sembrano destinati a ottenere larghi consensi nelle prossime elezioni europee. Razzismo, maschilismo e sciovinismo vengono usati per dividerci e indebolirci. Le nostre vite e le nostre lotte sono connesse. Solidarietà attiva significa lottare per i diritti di tutti – dovunque. È tempo di rovesciare le pratiche dei confini in solidarietà.
Partecipa alla settimana di azioni decentrate, 15-25 Maggio 2014!